LA CRITICA

Riportiamo in seguito alcune recensioni e articoli di giornale relativi alle mostre del Maestro Galia.

 

GALIA: UN GRANDE PITTORE TRAPANESE

Cristoforo Galia è un pittore di casa nostra. Un artista di talento che raramente ama portare le sue opere nelle gallerie locali; preferisce lavorare nel suo studio di via Vespri, 123.

Da ogni sua pennellata si nota subito che l’artista ha ormai raggiunto il traguardo della maturità artistica.

I paesaggi si affiancano alle figure, alle composizioni floreali, alle opere nate da profondi studi compiuti dall’autore nel campo della migliore tradizione artistica siciliana.

Galia si rivela trapanese in ogni sua manifestazione pittorica. Tutte le sue “nature”, infatti, nascono dall’amore per il paesaggio natio che egli ripropone sulla tela soffuso da un alone di mistica poesia, con semplicità e delicatezza di sfumatura.

Bellissimi sono poi quei cortiletti ericini, coi suggestivi porticati e i pavimenti rusticamente lastricati.

Infine i ritratti rivelano la sua esperta mano e la maestria nel cogliere ora l’espressione felice di un fanciullo, ora la rassegnata pensosità di un vecchio, ora il fresco sorriso di una donna.

 

 

MOSTRE D’ARTE A TRAPANI

CRISTOFORO GALIA A PALAZZO CAVARRETTA

Cristoforo Galia è tornato in questi giorni a Palazzo Cavarretta con la sua produzione più recente, che conferma in pieno le sue doti di pittore nutrito alla scuola dei classici per quanto riguarda l’assoluta perfezione formale, la sicura padronanza della tecnica e l’uso sapiente del colore, ma ad un tempo ricco di una nativa spontaneità, di una fervida ispirazione, di un amore irresistibile per l’arte, di quelle qualità insomma che non si apprendono dai maestri, ma sono un dono della natura e costituiscono l’essenza del genio.

In questa mostra, che sta riscuotendo un nuovo vivissimo successo di pubblico e di critica, il Galia espone, oltre ad alcune ammirevoli copie (o “studi”, com’egli le chiama) di capolavori di artisti famosi, un gran numero di opere originali: paesaggi, fiori, nature morte, animali (particolarmente ammirati i due meravigliosi gattini bianchi), ed in minor misura, ma con uguale maestria, figure umane. Il magico pennello di questo valoroso artista non si limita a riprodurre fedelmente la realtà, ma la interpreta, la ricrea, la fa più bella e più vera.

Per il paesaggio Galia preferisce le viuzze e i cortiletti ericini o le marine trapanesi di cui avverte l’irresistibile fascino; gli effetti di luce dei suoi tramonti (quelli che tante volte abbiamo ammirato con sullo sfondo la Colombaia, o il Villino Nasi o Torre di Ligny) hanno una prodigiosa suggestione che ne accresce l’incanto e li fa preferire, grazie alla magia dell’arte, ai capolavori che la natura crea ma che hanno la labilità delle cose passeggere.

E qui non si tratta, come qualche sviscerato amante dei moderni funambolismi potrebbe afferma, di deplorevole e deprecata “oleografia”, a meno che non si consideri oleografia tutta l’arte della gloriosa tradizione rinascimentale italiana e straniera; perché qui non c’è nulla di banale, nulla di convenzionale, ma è tutto nuovo, tutto vivo, tutto vero, tutto sovranamente bello.

Vorremmo intrattenerci più a lungo su questa mostra, perché ogni quadro meriterebbe una trattazione a parte; ma lo spazio non ce lo concede. Ci limitiamo a ringraziare Cristoforo Galia per averci procurato una nuova fonte di altissimo godimento spirituale, e ad esprimerglio l’augurio sincero di ulteriori meritatissimi trionfi.

Nicola Lamia

Trapani, 3 luglio 1976

 

 

HO CONOSCIUTO UN AUTENTICO PITTORE
Si chiama Cristoforo Galia il pittore che mi sta davanti.
Lo incontro casualmente e per la prima volta in un atrio del Palazzo municipale-un fabbricato antico nei cui muri interni sono incastrate vecchie iscrizioni marmoree.
Una teoria di quadri si affaccia al mio sguardo.

Spendidi panorami dai colori vivaci, intonatissimi densi di armonia. Onde marine che rispecchiano il fascino di una dolce serenità, visioni di cieli lontani, squarciati appena da un’alba mite. Ritratti estrosi dai visi vivaci.

Una bambina abbozza un sorriso luminoso, grassottella dai capelli scarmigliati, fluenti sulle tenere spalle.

Queti angoli di case campestri dove si respira a pieni polmoni un senso di pace. Attraverso le varie tele, traspare il carattere dell’Autore, avido del bello, del buono, del vero.

In tutti i dipinti osservo un raro equilibrio nella impostazione dei soggetti, una sintesi stupenda di linee, di colori, fusi in un insieme armonico efficace, dolce, pacato.

Un gatto accovacciato, teso a ghermire alcune palline sparse sul pavimento. E’ intento nell’afferrarne qualcuna. I vari volti umani sono quanto mai espressivi. Palesano un’anima. Non visi freddi, glaciali, impassibili, ma creature dall’anima sensibile. In un quadro “scugnizzi” dagli abiti variopinti-a brandelli- semimmersi nelle acqua marine trafficano con piccole barche..E dirimpetto, mentre scrivo, si profila un ampio quadro, dove cielo, alberi secolari e tappeti di muschio elevano un cantico di divina bellezza.

Cristoforo Galia è un artista di alto valore. Merita di essere additato ad un pubblico attento e maggiormente selezionato. Egli vive per la sua arte. Ed a somiglianza di quel grande Pittore di cui parla un noto romanziere francese, penso che allorquando s’immerge nel suo lavoro, dimentica tutto e, con mano maestra, sotto la carezza del pennello, chiuso in una mano, dimentico del mondo che lo circonda, nel silenzio, crea autentici capolavori, ricchi di luce, di vita, tinteggiati da mille sfumature che sanno di sogno, d’ideale, di meraviglioso romanticismo.

In un’epoca in cui i valori dello spiriti sono definitivamente naufragati, in anni in cui prevalgono le brutture, i crimini, le violenze, fa piacere e desta impressione conoscere uomini che ancora si dedicano ad attività nobilissime, fa piacere conoscere un illustre Artista che percorrendo a ritroso le vie della vita attuale, ci addita gl’itinerari d’un mondo migliore e spiega, traverso le sue tele, il vero significato dell’umana esistenza.

Barone Giuseppe Carlo Capritti di Santa Lucia
Trapani, 6/10/1977